Moderno
Via Tripoli, 33/35
Il viaggio di nozze (Maurice Hennequin e Pierre Veber)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Nadia Buizza
La commedia, tratta dall'opera di due maestri del teatro francese di fine secolo, è all'insegna del divertimento e della spensieratezza, e conduce immediatamente nel clima festoso e vivacissimo della Belle Epoque: una giovane ragazza da marito, Cecilia, è spinta dal padre ad accettare la corte di uno dei suoi due spasimanti (il ricercatissimo conte von Schraffen), e a sposarlo, perché, se non sarà in attesa di un erede entro l'anno, non potrà entrare in possesso dell'eredità che la nonna paterna ha destinato a lei. Ma il secondo spasimante, Armand, non si dà per vinto, non si rassegna ad essere stato abbandonato, e attende con ansia l'arrivo della coppia di sposi dal lungo viaggio di nozze, per capire quanto Cecilia sia davvero innamorata del marito; ma ad èanche il padre, monsieur Horace, che spera ardentemente in una sua maternità. Le notizie però non sono buone: Cecilia non è in dolce attesa. Sarà Armand ad escogitare ogni possibile ed esilarante stratagemma perché questo non avvenga e perché Cecilia si innamori di lui... Ci riuscira?
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Via Tripoli, 33/35
Cento de 'sti giorni (Ettore Petrolini)
Compagnia teatrale: I Servitori dell'Arte
Regia di: Manuel D'Aleo
Ghetano, versione romanesca del nome Gaetano, è un umile artigiano con il vizio del gioco dei cavalli, in combutta con il suo caro amico "Sarvatore" e altri coloriti personaggi. Sua moglie Lucia è costretta ad arrangiarsi per mandare avanti la baracca. Ma, nel giorno del suo onomastico, Ghetano si ritroverà a fare i conti con qualcosa di veramente inaspettato e dai risvolti comici, con un finale a sorpresa pieno di ilarità... Il pubblico, circondato da stravaganti personaggi in una Roma popolare sempre attuale, verrà coinvolto dall'inizio alla fine di questa Commedia firmata da Ettore Petrolini, inedita e mai rappresentata prima. La Compagnia Teatrale "I Servitori dell'Arte" accetta la sfida regalando al pubblico un nuovo divertente spettacolo
Moderno
Via Tripoli, 33/35
47 Morto che parla (Ettore Petrolini e dal Film di Totò)
Compagnia teatrale: I Servitori dell'Arte
Regia di: Manuel D'Aleo
Roma anni '60. Totò Peletti, ubriacone recitivo, è ormai scomparso da due anni abbandonando la moglie Nannina da un giorno all'altro e suscitando ira ma anche felicità nella stravagante suocera, Eulalia Finocchietti. Un giorno, gli amici della coppia e la stessa Nannina vengono sorpresi dall'improvviso ritorno del fuggiasco Totò, mentre preparano delle scene teatrali paradisiache per una loro rappresentazione. Totò si rivolge a loro come se nulla fosse accaduto ed è a questo punto che uno di loro, Raffaello, approfittando dell'ennesima alzata di gomito dell'amico, pensa di fargliela pagare ideando una curiosa messa in scena. Complici di Raffaello, Nannina, gli amici "angeli", un vecchio amico Rapa e un fantomatico San Pietro, tutti insieme faranno credere a Peletti di essere giunto in Paradiso ma… àcosì immerso in esilaranti gags dall'inizio alla fine della commedia che lo trascineranno in una continua risata, nella cornice di una Roma popolare sempre attuale.
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Via Tripoli, 33/35
Il Borghese Gentiluomo (Molière)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Giacomo Colli
Il signor Jourdain bravo borghese che potrebbe godersi tranquillamente le ricchezze accumulate col suo lavoro, si è invece testardamente messo in capo di frequentare gente del gran mondo e di seguire maniere e abitudini della nobiltà: per questo, già avanti negli anni, prende lezioni di ballo, e di musica; un maestro gli insegna la scherma e un altro gli propina ridicoli rudimenti di grammatica e filosofia. Così, Jourdain rifiuta tutto quello che faceva parte della sua vita fino a quel momento, compresa la moglie che col suo gagliardo buon senso di piccola borghese tenta invano di ricondurlo alla ragione; egli seguita invece nella sua ridicola follia e rifiuta di dare la figlia in sposa a un giovane che l'ama, solo perché non è nobile; quando la consorte e i servi gli giocheranno una beffa solenne per indurlo a credere che il figlio del Gran Turco vuole diventare suo genero, ci crederà ciecamente, tutto teso a raggiungere l'agognato posto nella buona società.
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Via Tripoli, 33/35
Mandragola (Macchiavelli)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Luca Micheletti
«Quanto allo atto che sia peccato, questo è una favola». Così fra Timoteo a Lucrezia tentennante di fronte alla risoluzione da prendersi: concedersi o no al capriccio del marito Nicia che, per renderla feconda, vuol farle bere una pozione di mandragola? L'erba, si dice, ha virtù concezionali, ma chi giace per primo con la donna che se n'è giovata andrà incontro a morte quasi certa. Nicia vuol dunque dare sua moglie ad un altro uomo, per una notte sola, cosicché la mondi del maleficio e la renda a sé, pronta per figliare. Il malcapitato «garzonaccio» preso all'uopo morirà, ma tant'è, Nicia non si fa scrupoli perché non sta nella pelle all'idea di avere prole. Naturalmente, la mandragola non ha alcun potere, e tutta la commedia altro non è che una beffa ai danni del credulo Nicia: l'escogitano Ligurio e Callimaco, il quale ultimo, innamorato di Lucrezia, fa di tutto per vestire i panni del «garzonaccio» e coronare così la propria passione. Per convincere la donna, si servono di Timoteo, «un frate mal vissuto» (così avverte il Prologo), che si spende – corrotto da un obolo – perché la donna assecondi il maneggio del marito: solo in seguito verrà svelato a Lucrezia che ciò che ella crede opera di Nicia è in realtà una trama di Ligurio, scaltro parassita, in cui lo stesso Nicia è coinvolto come vittima.
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Via Tripoli, 33/35
L'uomo la Maschera e il Buffone (L. Pirandello)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Adolfo Micheletti
L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
È una 'conversazione a due voci nella notte', alla luce di un lampione: la vita è un breve momento di illuminazione. Un uomo, all'intervenire di un elemento sovvertitore come la fine dell'esistenza, medita il mistero del nostro essere con urgenza appassionata e dolorosa e si fa acutissimo osservatore delle cose. Il pacifico avventore di un caffè notturno è lì per offrirgli l'opportunità di parlare, di esternare il suo dramma, anche se il tentativo di farsi intendere si consuma inutilmente tra l'ansia febbrile del protagonista e il quasi muto stupore dell'uomo che lo ascolta.
LA PATENTE
Qui il personaggio chiave appartiene a quella grande pattuglia di sofferenti che vivono tra il dramma e il divertimento amaro: è un disperato padre di famiglia a cui è stata misteriosamente attribuita la fama di jettatore, che è stato licenziato per questo dal lavoro e che decide infine di ribellarsi all'ingiustizia di cui è oggetto facendosi ufficialmente riconoscere come possessore di quel potere funesto che tutti temono.
BELLAVITA
Bellavita è un marito tradito e deriso, che, morta la moglie, trova la sua vendetta nell'ostentare pubblicamente uno straordinario 'rispetto' nei confronti del rivale: le beffe che per tanti anni era stato costretto a subire, ora si ritorcono su chi gliele aveva procurate. Pirandello imbocca la strada del paradosso, l'unica che riesca ad annegare la pena del cuore: «...ora posso ridere, ridere e far ridere tutti con me!».
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Via Tripoli, 33/35
La Fortuna si Diverte (G. Feydeau)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Nadia Buizza
Scoppiettante commedia in clima Belle Époque, La fortuna si diverte ha per protagonista uno squattrinato attore parigino di nome Snobinet, che appena licenziato, proprio al termine di uno spettacolo, trova consolazione nelle attenzioni di una giovane spettatrice, la quale, in assenza del consorte – per altro assai geloso – decide di invitarlo a casa sua, per offrirgli un cognac e scongiurare un gesto disperato. Ma non si tarderà a sentire un "Cielo, mio marito!" e da quel momento il nostro sfortunato attore non avrà più pace: sarà coinvolto in situazioni di spassoso imbarazzo e sarà travolto da un avvenimento inatteso come l'arrivo di una straordinaria eredità che, lungi dal risolvere i suoi problemi, complicherà ancor più la sua esistenza. Ci penseranno ancora una volta la sua fantasia e la sua verve a regalargli una esilarante via d'uscita.
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Via Tripoli, 33/35
Amori Rusticani (G. Verga)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Nadia Buizza
Le novelle da cui è tratto lo spettacolo sono quattro: alle novelle La roba e Nedda, che fanno da colonna portante, si intrecciano teatralmente e in misura minore le vicende di Pane nero e Il mistero. Tre di esse appartengono alla raccolta "Novelle rusticane" e una, Nedda, a "Vita dei campi", in cui però fu inserita solo nell'edizione Treves del 1897. Tutte sono immerse in un mondo dai confini precisi; le case, le strade di Paternò, di Francofonte, di Vizzini e degli altri luoghi verghiani fanno tutt'uno con i sentimenti che vi si agitano: gelosia, avidità, attaccamento alla famiglia e alla terra, religiosità elementare o superstiziosa che non dà alcun sollievo spirituale o morale, senso dell'onore, rassegnazione di fronte agli eventi. In tutte Verga osserva con grande intensità uomini curvi da sempre sotto il peso di un destino implacabile di miseria e malattia, còlti nella pena del loro vivere quotidiano, uomini vinti, condannati al dolore e alla morte; e questo pessimismo radicale, dolente, dell'autore raggela le speranze e le vicende dei protagonisti in una specie di desolata, quasi mitica fissità. La loro ansia di vivere si esprime poche volte, magari nell'impeto amoroso di una giovinezza come quella di Nedda, impeto per altro subito sprezzato dagli eventi, o magari nel desiderio di "possedere", di costruirsi, con lavoro tenace, una fortuna, nel tentativo - sempre vano - di dominare questa vita. Mazzarò è sopraffatto dalla rapace, affannosa bramosia della roba (anticipazione chiara della figura di Mastro - don Gesualdo con la quale questo tema assurgerà a "mito"), ma neppure lui può sfuggire alla pena di una solitudine irreparabile e al meccanismo di una natura - o fortuna, o provvidenza - che distribuisce ciecamente vita e morte e nega ogni possibilità di riscatto umano o sociale.
Moderno
Via Tripoli, 33/35
Un Curioso Accidente (C. Goldoni)
Compagnia teatrale: I Guitti
Regia di: Adolfo Micheletti
L'amore tra un giovane ufficiale e la figlia del padrone di casa viene da quest'ultimo ostacolato e alla fine "risolto" dagli intrighi e dalle furberie della giovane innamorata. La storia d'amore tra i due scorre parallela alla vicenda sentimentale dei rispettivi servi, all'amore non corrisposto di un'altra lei ed al confronto iroso e grottesco tra due padri, l'uno nobile e l'altro borghese; e, come in ogni commedia che si rispetti, un finale dominato dalle immancabili nozze.